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sabato 29 febbraio 2020

Tornare all'essenziale


Pubblichiamo il numero di Marzo 2020
di "Radicati nella fede"

TORNARE ALL'ESSENZIALE




TORNARE ALL'ESSENZIALE
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XIII n° 3 - Marzo 2020

 Non è mai tempo per intrattenere, e tutto quello che è successo in questi giorni, con il nostro bollettino quasi terminato, ce ne ha dato una prova ulteriore: basta il rischio di una epidemia perchè tutto il vagabondare festaiolo della nostra società riveli la sua inconsistenza. Si girovaga commentando invece che vivendo, e un virus un po' più serio ti ripiomba nella realtà.

 Non è mai tempo per intrattenere, e se questi poveri scritti mensili, che abbiamo l'ardire di chiamare editoriale, fossero intrattenimento non esiteremmo a non scriverli più.

 Va di moda commentare e parlare di tutto, più commentare che parlare. Il parlare è qualcosa, se a parlare è un uomo impegnato con la vita in tutta la sua serietà, altrimenti è intrattenimento sporco e fuorviante. Ognuno di noi ha conosciuto persone che si intrattengono volentieri, non sono impegnate con la loro vita e non si interessano sul serio alla tua, e con loro perdi tempo, perdi semplicemente tempo.

 Oggi questo atteggiamento è dilagante, per molti diventa la forma disperata del vivere; devono distrarsi sempre, e amano chi e che cosa li distrae; non stanno sulle cose.
 Quando gente così incontra la Tradizione, la Messa cosiddetta antica, sul subito è affascinata, ne prova un brivido di interesse, ne intuisce una bellezza, perché ha trovato una “nicchia” dove trovare tranquillità. Cerca un'ennesima zattera per uscire dalla realtà, così da proseguire la propria fuga da ciò che impegna e da se stessi. È gente che commenta anche tanto, ma che non sta sulle cose, che in ultima analisi non pensa, non vuole pensare... e così non incontra Dio, non può incontrare Dio Creatore e Signore di tutte le cose.

 Ciò che era atteggiamento “malato” di qualcuno, oggi è la posizione con cui si vive da parte dei più, e questo è terribile. Chi vive per intrattenersi può tangere anche le esperienze più belle, ma non si lascia educare; e se viene lasciato tranquillo, entra nella casa operosa di chi vive difronte a Dio e devasta tutto, per riaffermare la propria sterile libertà.

 Proprio per impedire questa devastazione sempre incombente, vogliamo con forza che i nostri luoghi di Messa tradizionale siano luoghi di fede autentica; luoghi che educhino a stare difronte a Dio fino al dare la vita. Sì, perché lo stare difronte a Dio deve portare a dare la vita in una definitività: si chiama vocazione.

 La Messa è il dare la vita di Cristo per noi: come puoi stare difronte a questo non desiderando di dare tu la tua vita?

 La Messa inchioda Gesù Cristo alla sua azione salvifica fino alla consumazione dei secoli: come puoi non desiderare per te una definitività?

 L'uomo che si intrattiene in un continuo disimpegno, non solo perde il proprio tempo (ed è già spaventoso perché il tempo perduto non torna mai!), ma, ed è gravissimo, nega Cristo e la sua Croce che è tutta impegno e stabilità. L'intrattenimento è contrario alla fede.

 La Chiesa scomparirà nella struttura della nostra vita sociale per la mania del disimpegno, cancro antropologico che intacca ogni tessuto ancora sano.

 Non permetteremo mai che gli uomini futili e frivoli cambino la natura dei nostri centri di Messa, luoghi dell'edificazione del vivere in Cristo.

 È resistendo al vuoto dell'intrattenimento, anche spirituale, che serviremo l'uomo, fatto per costruire qualcosa di grande nella vita, per sé e per gli altri.

 Ci pare questo il più bel programma di Quaresima.

 La grande penitenza è lasciarci rieducare a stare nelle cose, starci fino alla fine.

 Lasciamo ai bisognosi di perenne distrazione il vagare di chiesa in chiesa, fino a trovare finalmente il prete che li lasci tranquilli. Lasciamo a questi il giro dei monasteri, per gustare da parassiti la stabilità di altri. Lasciamo ai "mezzi uomini" il commentare su internet la vita della Chiesa.

 Per noi chiediamo la fedeltà ad un solo altare ed a un solo luogo di educazione alla fede, per produrre nella vita l'opera che Dio ci chiede, accettando il dolore della correzione, perché la vita è vocazione.

venerdì 31 gennaio 2020

Il Liberalismo ti rende incapace di vivere


Pubblichiamo il numero di Febbraio 2020
di "Radicati nella fede"

IL LIBERALISMO 
TI RENDE INCAPACE DI VIVERE




IL LIBERALISMO TI RENDE INCAPACE DI VIVERE
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XIII n° 2 - Febbraio 2020

 Che cos'è poi questa conclamata svolta della Chiesa di cui tanto si parla?
 Che cos'è poi questa modernizzazione della Chiesa, se non Liberalismo?

 E che cos'è il Liberalismo se non il non dare tutto a Dio, e alla fine il non riconoscere che Dio è tutto?

 E questo Liberalismo che cos'è se non lo spirito dell'Anticristo che non riconosce Dio, il Tutto, venuto nella carne, impedendo che la realtà sia trasformata dalla presenza di Cristo qui ed ora?

 Per i Cattolici liberali, da una parte sta Cristo come riferimento puramente ideale e dall'altra parte sta la realtà, da affrontare in modo semplicemente umano: Cristo è non-incidente.

 I Cattolici liberali ribaltano anche l'Incarnazione: essendo venuto Dio nel mondo per gli uomini e per la loro salvezza, la Chiesa, dicono, ha capito ora che deve mettere al centro l'uomo con le sue aspirazioni, i suoi bisogni, i suoi ideali. Tragicamente dimenticano però che solo affermando il tutto di Dio l'uomo si salverà.

 “La gloria di Dio è l'uomo vivente, ma la vita vera è la visione di Dio” (Ireneo): si è censurato questo “ma”, anzi si è letteralmente eliminata la seconda parte di questa affermazione, ne è rimasto solo che la gloria di Dio è l'uomo vivente, e si è trasformato il cristianesimo in banale antropocentrismo; l'uomo al centro, servito da Dio, tentando in questo di rincorrere disperatamente i vari “socialismi” e “individualismi”.

 Non si tratta tanto di difendere Dio e i suoi diritti, ma innanzitutto di ricordare che solo affermando Dio si serve veramente l'uomo.

 L'ha detto chiaramente Nostro Signore Gesù Cristo “Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”, dove il punto forte è tutto nel rinnegare se stessi. Altro che centralità dell'uomo!
 Certo che è per l'uomo, per la sua salvezza! Ma per salvarsi l'uomo non dev'essere al centro, deve “rinnegarsi” in Dio.

 Ma come si fa a rinnegare se stessi se non seguendo un “Altro” da sé?

 Ma come si fa a seguire l'Altro che è Dio se non seguendo Gesù Cristo, Dio fatto uomo, presenza non riducibile a se stessi?

 Ma come si fa a seguire Gesù Cristo se non si riconosce l'Incarnazione del Verbo fino alle estreme conseguenze, fino a riconoscere che il Corpo di Gesù permane nel mondo e si chiama Chiesa. Chiesa visibile, societas, popolo gerarchicamente ordinato, realtà storica incontrabile. Se non ci fosse questa estrema conseguenza dell'Incarnazione, Cristo scomparirebbe nello psicologico e nel sentimentale: avviene così per tanti e tanti cattolici che di fatto non seguono Gesù, ma quello che pensano di Gesù; di fatto seguendo se stessi, anzi di fatto seguendo ciò che il Potere fa pensare loro di Gesù.

 L'Anticristo, dice S. Giovanni, non riconoscerà Dio venuto nella carne; al dunque non riconoscerà la Chiesa qual è, realtà storica ed eterna, umana e divina. Ma questo non è forse realizzato storicamente dal Cattolicesimo liberale, che spiritualizza la Chiesa a tal punto da contrapporla con la sua realizzazione storica nei secoli?

 Un cattolico liberale quando pensa di dare tutto a Cristo, questo tutto ahimè consiste in una convinzione solo spirituale-intellettuale, che non sposta le cose della vita, perché Cristo non ha carne per loro. Non ha carne, perché la Chiesa è spiritualizzata fino ad essere una realtà indefinibile.

 Invece la carne di Cristo si chiama Chiesa: se uno se ne accorgesse, dovrebbe dare la vita per la Chiesa, fino alle estreme implicazioni concrete, cioè dare tutto perché la Chiesa esista.

 Loro no, i Cattolici liberali sono tutto spirituali e non vogliono implicazioni concrete: Gesù al dunque per loro esiste senza Chiesa, così da essere liberi da ogni dovere e obbligo.

 Per loro solo la propria indipendenza ha carne.
 Ma il Signore ha detto “Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso...”.

 Sarà su questo campo l'ultima battaglia: il Liberalismo, che è lo spirito dell'Anticristo, entra  dappertutto, è nella nostra testa e nel nostro cuore come un parassita; falsa tutto e sfigura orrendamente anche le scelte partite giuste.

 Se non sei disposto a dare la vita per la Chiesa, cioè per Cristo, anche la scelta della Tradizione in te abortirà.

 Non per un amore alle nostre idee, ma semplicemente per amore alla Chiesa abbiamo fatto, in questi anni, i passi che abbiamo fatto.
 Abbiamo salvaguardato la Messa della Tradizione semplicemente perché la Chiesa esista; abbiamo fatto apostolato per questo. E anche in questo non abbiamo privilegiato nostre idee, ma siamo rimasti, ad esempio, all'ultima legge liturgica sicura prima della confusione, quella del 1962; all'ultima legge sicura dell'unica Chiesa; e se la Chiesa è la stessa, prima e dopo la rivoluzione, rifiutando la rivoluzione non abbiamo rifiutato la Chiesa.
 Siamo rimasti all'insegnamento costante dei Papi, all'insegnamento costante della Chiesa, e non alle varie ermeneutiche totalmente nuove.
  Siamo rimasti al nostro posto per questo.
 Per questo abbiamo rinunciato alle nostre piccole meschine libertà umane, perché sia affermata l'unica libertà adeguata, che è aderire a Cristo.
 

martedì 31 dicembre 2019

La Storia non è la loro Rivoluzione


Pubblichiamo il numero di Gennaio 2020
di "Radicati nella fede"

LA STORIA NON E' 
LA LORO RIVOLUZIONE





LA STORIA NON E' LA LORO RIVOLUZIONE
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XIII n° 1 - Gennaio 2020

 Non a caso “Il Capitale” di Karl Marx fu dedicato a Charles Darwin: ogni rivoluzione si presenta come tappa ineludibile di un processo, come inevitabile passaggio, più o meno violento,  verso uno sviluppo storico nell'avvenire, verso, e qui sta il grande inganno, verso un mitico progresso da cui nessuno potrebbe tornare indietro.

 Tutto questo è falso, come è falso Darwin e il darwinismo.
 È l'ideologia della rivoluzione, il più grande inganno della storia: ti fanno credere che i tempi richiedano determinati cambiamenti un po' su tutto, che essere contrari ai cambiamenti equivale ad essere fuori della storia, ad essere contro il progresso. Fanno coincidere la Storia con le loro rivoluzioni.

 Non a caso a Fatima la Madonna parla degli errori che la Russia, se non convertita, diffonderà nel mondo.

 L'errore per eccellenza è quest'illusione diabolica del progresso rivoluzionario che il Comunismo ha cavalcato, ma che è stato poi condiviso da tutti, destra e sinistra.
 È così radicata questa falsità che nessuno osa contrastarla, anche se non la condivide per niente.
 Questa ideologia è entrata a grandi passi dentro il Tempio di Dio, dentro la Chiesa; è entrata e ha distrutto, semplicemente distrutto, non ha costruito nulla. È cosi forte però questa illusione, che nemmeno i dati spaventosi della crisi in casa cattolica fanno ravvedere qualcuno. La Rivoluzione si presenta come intoccabile.

 All'opinione pubblica mondiale si è presentato il Concilio Vaticano II come la rivoluzione rinnovatrice della Chiesa, che finalmente approdava dentro la modernità, dopo averla osteggiata per più di due secoli.

 Anche chi è stato perplesso di una simile presentazione del Concilio, quasi fosse un nuovo inizio della Chiesa, non ha combattuto con coraggio l'inganno rivoluzionario. Si è medicato tutto timidamente, troppo timidamente, cercando disperatamente di sottolineare che il Vaticano II doveva essere letto in continuità con i precedenti concili e con tutto il magistero perenne della Chiesa.

 Nemmeno di fronte al non apparire dei frutti del Concilio, questi benedetti frutti che non si vedono mai!, si ha il coraggio di dire che bisogna tornare indietro. Si prende per inevitabile la Rivoluzione! Si prende per inevitabile questo terribile falso progresso. Si accetta tutta questa spaventosa decadenza come inesorabile: è l'ideologia della Rivoluzione progressiva che vince in tutti gli animi, anche in quelli anti-rivoluzionari.

 È proprio quello che vogliono i fautori di ogni rivoluzione: far coincidere la Storia con la Rivoluzione.

 Questa supina accettazione dello schema rivoluzionario fa cercare, a quelli che sono contro, a quelli che vogliono restare cattolici non rassegnandosi al disastro della Chiesa Romana, fa cercare un “facile” rifugio nel millenarismo: “Sono gli ultimi tempi”, si dice da più parti, “è la grande apostasia”, “non resta più molto...”.
 Così dicendo non si fa più nulla per la Chiesa, non si giudica fino in fondo con intelligenza cattolica la situazione e non si agisce: che tristezza!

 Sembra di rivedere la situazione descritta da San Paolo:
"Chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace." (2 Ts 3,10-12).

 Applichiamo con coraggio non soltanto alla vita personale, ma anche alla nostra responsabilità nella Chiesa queste parole dell'Apostolo e ravvediamoci per agire secondo il bene.

 La Rivoluzione, anche dentro la Chiesa, non è inesorabile. Le cose possono cambiare, il Cristianesimo può rinascere nelle nostre terre, perché la storia la fa Dio e non la Rivoluzione. Ma occorre uscire da questo mondo di fantasmi che si chiama modernità!

 No, la Rivoluzione non è inesorabile: si può tornare indietro e riprendere la strada giusta, per edificare la Chiesa come Dio comanda.

 No, il Millenarismo non è la soluzione, ma la solita fuga: nessuno sa quando il Signore verrà, nel mentre abbiamo il compito di fare il cristianesimo, di fare la Chiesa, ripartendo dalla Messa giusta, la Messa di sempre, e dalla stabilità della nostra vita attorno all'altare, pieni di obbediente fervore: così il cristianesimo produrrà opere di bene.

 Gli “agitati, gli inquieti “disordinati” della Tradizione sono troppo simili agli inquieti della rivoluzione, distruggono e non costruiscono.

 Lavoriamo dunque in pace per la nostra santificazione, allora molte anime troveranno casa con noi, e la Rivoluzione scomparirà come neve al sole; forse sta già scomparendo.

  Buon anno a tutti.

sabato 30 novembre 2019

"Non riconosceranno Cristo venuto nella carne"


Pubblichiamo il numero di Dicembre 2019
di "Radicati nella fede"

"NON RICONOSCERANNO 
CRISTO VENUTO NELLA CARNE"




"NON RICONOSCERANNO CRISTO VENUTO NELLA CARNE"
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 12 - Dicembre 2019


 Cosa resta dell'Incarnazione? C'è proprio da domandarselo in questo tornante tristissimo della storia della Chiesa nel mondo.

 Cosa resta dell'Incarnazione, di Dio che viene nella carne per la salvezza degli uomini?

 Festeggeremo il Natale come tutti gli anni; saremo sommersi dalle stupidità volgari con cui il mondo ateo è riuscito ad avvolgere la festa un tempo cristiana. Il cattivo gusto prevarrà anche quest'anno sempre di più... più sono atei e più illuminano... il mondo post-cristiano sembra un misero e triste luna park. Ma in tutto questo dov'è Gesù Cristo?

 Mischieranno come al solito pseudo-presepi di pupazzi con il peccato mortale, non solo vissuto, ma anche difeso e ostentato come un diritto dell'umano.

 Siamo di fronte al grande sacrilegio... usare Dio per se stessi.

 Che fare allora in questa attanagliante tristezza? Rifugiarti in una chiesa?

 Ahimè! Dov'è finita l'Incarnazione nella Chiesa?
 Il modernismo, che ormai ha un posto vincente, ha stravolto tutto, ha perso Gesù Cristo e lo fa perdere a chi vi si accosta.

 Gesù è diventato un discorso da interpretare. I vangeli sono il luogo degli sragionamenti pieni di dubbi e di riletture mitologiche. Li si legge senza la certezza ragionevole che siano un racconto storico.
 I modernisti parlano-parlano, scrivono-scrivono e perdono Gesù, Dio venuto nella carne.

 I Pastori della Chiesa non sono più in grado di riaffermare la semplicità della vita di Gesù Cristo, in tutta la sua pacificante certezza... non sono più in grado o non ne hanno coraggio, perché ormai, per dato anagrafico, sono figli del modernismo eretico: ci sono nati dentro e ci sono cresciuti e per far carriera lo hanno in qualche modo accettato.

 Certo, ci sarebbe la possibilità di una grazia, riandando all'inizio della loro vocazione, quando sicuramente Gesù era tutto per loro; quando si accostavano a lui con la semplicità dei bambini.
 Ci sarebbe la grazia di ricordare il volto dei loro “vecchi” che semplicemente pregavano in ginocchio con la corona in mano, domandando misericordia a un Gesù reale, fatto uomo, non interpretabile, in carne e ossa e divinità. Oh se ricordassero il volto della loro madre, del loro vecchio parroco, della catechista che ancora li affascinava parlando loro di Betlemme! Oh se ricordassero senza vergognarsi, forse la fede cattolica rinascerebbe nel loro cuore e darebbe forma alla loro intelligenza.

 Ma si vergognano dell'Incarnazione, del Dio che si fa bambino, e preferiscono restare nei salotti dell'ermeneutica, dove si uccide l'anima interpretando e diminuendo i fatti. Preferiscono i discorsi agli avvenimenti, ai fatti che hanno cambiato la storia del mondo.

 Allora, per te che fuggi da un Natale falsificato dagli atei immorali del mondo, non c'è posto nemmeno nella Chiesa, come non ci fu posto nell'albergo di Betlemme.

 “Non c'era posto per loro”... e non c'è posto nemmeno per te.

 Devi cercare una chiesa dove non ci si vergogni, ma ci si glori di Dio venuto nella carne. Dove la fede sia vissuta salvando tutto il vangelo, senza interpretarlo.
 Dove ci sia la intelligente certezza dell'esistenza storica di Gesù Cristo.
 Dove ci sia la certezza che lui è Dio.
 Dove ci sia la fede nella sua grazia potente.
 Dove ci sia la logica conseguenza dell'Incarnazione: Dio resta presente e operante nei sette sacramenti.
 Dove non si giochi con i comandamenti di Dio, ma li si riconosca tutti e dieci, con tutta umiltà.
 Dove si ripetano i gesti della preghiera, come il popolo cristiano ha sempre fatto.

 Il modernismo ha interpretato il vangelo, ha negato la storicità ad un sacco di cose, ne ha salvato uno scheletro che va bene per qualsiasi cosa e persona. Ne è rimasta una vaga religiosità sostanzialmente atea, o pagana, o immorale... e ha formato ahimè una sua chiesa, simile ad un tempio massonico.

 A fianco c'è ancora un piccolo resto che vuole Gesù, che prega e chiede perdono, che sa che sarà Natale se saremo in grazia di Dio, con una buona confessione e comunione; là in quella chiesa c'è ancora un prete che tra le candele accese dell'altare ripete i gesti e le parole della Messa cattolica, la Messa di sempre... di un prete che prima è sceso in confessionale, perché Dio è disceso dal cielo per questo. Là sarà Natale, soltanto là.

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