"Radicati nella fede"
L'editoriale
di settembre
Ma
dov'è la primavera del Concilio? Dove sono i suoi frutti?
C'è
un dogmatismo nuovo, che non riguarda i dogmi di sempre, le verità
eterne rivelate da Dio e custodite dalla Chiesa nel suo Credo; è un
dogmatismo di opinione, su una questione che ti vietano di discutere:
i frutti della primavera del Concilio. Si può variare quasi tutto
nella Chiesa di oggi: le verità di fede ti concedono di
reinterpretarle.
Se
i comandamenti ti stanno stretti, una schiera di teologi e pastori ti
suggeriscono di situazionarli nel contesto attuale, così da
addolcirli. Se poi obbedire non ti va, puoi sempre scoprire un nuovo
carisma che ti cada su misura. Puoi fare tutto o quasi, tranne
mettere in discussione la primavera del Concilio.
La
senti questa affermazione sulla bocca di molti addetti ai lavori, dei
pastoralisti, la senti come mannaia tranciante se esprimi il
desiderio di tornare alla grande Tradizione della Chiesa. Ti
concedono una messa antica, purché tu riconosca i frutti del
Concilio, senza discutere.
E
di fronte a questa propagandata certezza, anche i perplessi stanno
zitti, per paura di essere esclusi da tutto. Se poi, come nella
favola del re nudo, uno con l'anima di fanciullo osa alzare la voce e
gridare: ma dove sono questi frutti? Io non li vedo!... il silenzio
si fa assordante e minaccioso.
Cari
amici, dite un po', dove sono i frutti? È forse aumentata la pratica
della vita cristiana? C'è più gente a Messa alla Domenica? I
comandamenti sono maggiormente osservati? Le famiglie danno più
esempio di fedeltà e virtù? Sono aumentate le vocazioni
sacerdotali? E quelle religiose di frati e suore? Si aprono nuovi
conventi? La gioventù ama di più Nostro Signore? La gente prega
meglio e di più? Molti nelle terre di missione si convertono
abbandonando le false religioni e le sette? Molti missionari partono
per portare la grazia di Dio e la fede sino ai confini della terra?
Diteci,
quali sono allora i frutti della primavera del Concilio?
In
alcuni momenti la Chiesa, nelle nostre terre, appare un grande
cantiere in vendita, coperto con la facciata di grandi assemblee,
fatte per intrattenere i fedeli illudendo sulla situazione.
Certo
che c'è sempre molto bene nella Chiesa, bene per lo più umilmente
nascosto, ma questo non giustifica dal non guardare la situazione
generale.
Al
bambino che grida: il re è nudo!, ci si affretta a dire che il
disastro sopra descritto è causato dal mondo, dalla società che è
cambiata. I tempi sono cambiati, allora i frutti della primavera del
Concilio saranno più interiori e meno visibili. Si affretteranno a
dire che è volontà di Dio questo radicale cambiamento, che a noi
sembra proprio un grande crollo.
Troppo
comodo questo modo di procedere, così ci si sottrae a qualsiasi
verifica! Stiamo ai fatti,
siamo realisti!
Quando
non si vuol discutere una cosa è perché è già diventata
ideologia.
La
colpa di questa terribile crisi della fede e della pratica cristiana
non può essere imputata principalmente alla modernità... questa
c'era già prima di questa strana primavera che ha bruciato nel gelo
tanti boccioli di santità.
La
modernità atea e agnostica, laicista e anticlericale c'era già da
tanto tempo, ma la vita cristiana non fu fermata da essa, anzi, nella
lotta si fortificava e accoglieva nel suo seno tante anime che si
convertivano.
No,
qualcosa di terribilmente ingannevole è successo: si è deciso che
questa modernità senza Dio non era più da combattere, ma da
abbracciare. Si è detto che da questo abbraccio doveva sbocciare una
fiorente stagione per il cristianesimo e per il mondo... ma tutto
questo non è avvenuto. E le profezie che non accadono, lo sappiamo
dalla Sacra Scrittura, non venivano da Dio.
C'è
ancora chi dice che è troppo presto valutare questa primavera
conciliare, e che 50 anni sono pochi! Quante vittime nella fede
dovremo ancora vedere per poter dare un giudizio?
Nella
Chiesa i dogmi sono le verità di fede rivelate da Dio e trasmesse e
custodite dalla Magistero.
Contrariamente
dagli slogan delle opinioni ecclesiastiche, che non diventeranno mai
dogmi, anche se pronunciate da chi ha un posto di riguardo nella
Chiesa. I dogmi li rivela Dio e li trasmette la Chiesa. Le opinioni
sulle situazioni storiche, queste dobbiamo avere il coraggio di
sottoporle a verifica, pena il combinare un grande e tragico
pasticcio nella fede.