Pubblichiamo il numero di Novembre 2018
di "Radicati nella fede"
"DOV'E' IL POPOLO DI DIO?"
"DOV'E' IL POPOLO DI DIO?"
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 11 - Novembre 2018
L'effetto più devastante del falso
rinnovamento avvenuto in casa cattolica in questi decenni è la
scomparsa della Chiesa.
Li sentiamo già i perennemente
moderati dirci “... ma la Chiesa non scompare! È del Signore! Le
porte degli inferi non prevarranno!...”. Certo, la Chiesa in sé
non verrà meno fino alla consumazione dei secoli, ma può scomparire
di fatto nel nostro tessuto sociale, nel nostro mondo, nei nostri
paesi che avevano nelle parrocchie l'identità più forte.
Certo, ogni giorno si parla della
Chiesa, molto del Vaticano, sui giornali e su tutti i mezzi di
comunicazione... si moltiplicano le dichiarazioni che dicono tutto e
il contrario di tutto, ma tutto questo è inversamente proporzionale
alla presenza della Chiesa là dove vivi. Così ti trovi ad essere
informato sugli ultimi scoop vaticani, e nel medesimo tempo non
sapresti a quale campanello suonare per trovare un prete.
Il poderoso sconquassamento della
struttura cattolica tradizionale è stato possibile perché a fine
anni '60 la Chiesa c'era ancora con tutta la sua visibilità e
reperibilità; ma questo stolto sconquassamento sta producendo il
vanificarsi della presenza della Chiesa stessa, che da quegli anni si
lanciò in una rivoluzione inimmaginabile fino ad allora.
Se ne accorse lo stesso Paolo VI e ne
fece un grido:
“Dov’è il “Popolo di Dio”,
del quale tanto si è parlato, e tuttora si parla, dov’è?”
Dovremmo tenere bene nella mente e nel
cuore queste parole, questo appello drammatico, dov’è il “Popolo
di Dio”, del quale tanto si è parlato, dov'è? Proprio noi della
Tradizione siamo chiamati a lasciarci educare da questo grido, così
che il nostro amore alla Chiesa si dilati e si purifichi.
Non c'è Tradizione senza la Chiesa,
non c'è tradizione che non riaffermi la fede nel Corpo Mistico di
Cristo. Se non fosse così saremmo come quelli che in nome del
rinnovamento hanno affossato la presenza della Chiesa nel mondo.
Loro, gli ammodernatori, lo hanno
fatto diluendo la presenza dei cristiani nel mondo con l'illusione di
avere un'influenza più capillare nella società. È lo schema del
cattolicesimo liberale: la Chiesa societas deve scomparire per far
spazio ad una chiesa più spirituale capace di essere lievito nella
massa della società... risultato: la Chiesa di fatto non c'è più,
è inincidente, e la società non è mai stata così lontana da Gesù
Cristo e dal suo Vangelo, tanto che la Chiesa oggi per dialogare deve
tacere il Vangelo stesso facendo psicologia e sociologia spicciola e
a basso mercato.
Noi, desiderosi del ritorno del
cattolicesimo alla propria tradizione, rischiamo di pensare che basti
ristabilire delle regole e delle idee chiare perché le anime tornino
alla fede, dimenticando che questo ritorno è questione di Grazia e
che la grazia opera secondo il metodo di Dio che si chiama Chiesa:
Cristo ha lasciato il suo prolungamento nel mondo e si chiama Chiesa,
fatta dagli uomini afferrati e trasformati dalla sua grazia potente.
Non c'è ritorno alla Tradizione senza Chiesa, non c'è Vangelo senza
Chiesa, non ci sono Sacramenti e Grazia senza Chiesa, così Dio ha
fatto le cose.
Certo, la crisi è spaventosa e
sfigurante... ma non se ne esce con un tradizionalismo individualista
(potremmo forse definirlo un tradizionalismo liberale?), ma tenendo
dentro il grido di Paolo VI dov’è il “Popolo di Dio”, del
quale tanto si è parlato, e tuttora si parla, dov’è? e pregando e
operando di conseguenza.
«Dov’è il “Popolo di Dio”, del
quale tanto si è parlato, e tuttora si parla, dov’è? Questa
entità etnica sui generis… Come è compaginato? Com’è
caratterizzato? Com’è organizzato? Come esercita la sua missione
ideale e tonificante nella società, nella quale è immerso? Bene
sappiamo che il Popolo di Dio ha ora, storicamente, un nome a tutti
più familiare; è la Chiesa» 23 luglio 1975.
Allora l'opera a cui Dio chiama tutti
è fare la Chiesa, perché sussista nel nostro mondo la possibilità
di incontrare Gesù Cristo, di toccare Gesù Cristo. Fosse anche un
“piccolo resto” questa Chiesa deve esserci.
«C’è un grande turbamento in
questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è
la fede… Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico,
è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominante
un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo
pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani
il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della
Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo
esso sia» (J. Guitton, Paolo VI segreto, 1977).
Vogliamo la Tradizione nella Messa e
in tutto il resto non per un gusto personale, bensì perché questo
piccolo resto sussista. E mentre molti ci accusano di non fare la
Chiesa con gli altri, ribadiamo che è proprio per fare la Chiesa che
non facciamo come tutti gli altri, perché la Chiesa nelle nostre
terre sta venendo meno.